“IL PROBLEMA DI GIRARSI”: IL PRIMO DISCO DI MEZZALA DAL 26 SETTEMBRE NEI NEGOZI E NEI DIGITAL STORE (Urtovox records/Audioglobe)

IL COMUNICATO STAMPA

Stanco dei tatticismi esasperati che uccidono le giocate estemporanee e l’estro imprevedibile dei fantasisti, per firmare il suo primo album solista Michele Bitossi si presenta con un alias dal significato (almeno per lui) chiaro e inequivocabile.

Si parla di “Mezzala” e il disco in questione è “Il problema di girarsi”, titolo scelto attingendo (non a caso) dal calderone di locuzioni coniate dal mitico Bruno Pizzul, emblema di un calcio ormai morto e certamente più genuino di quello attuale.

Fino alla metà degli anni ottanta mezzala col football ci ha pure provato. Molto presto, tuttavia, ha dovuto fronteggiare una lampante e cruda realtà che lo vedeva sistematicamente relegato a scaldare le rozze panchine dei campi in terra battuta della periferia genovese.

Suo padre buonanima Eugenio, nonostante non si tirasse mai indietro quando c’era da saltare sulla centoventotto verde alla volta dell’impianto sportivo di turno, per fortuna non ha mai davvero creduto nelle doti di calciatore del suo primogenito.

Lo accompagnava (spesso la domenica mattina presto e con l’aria gelida che bestemmiava in faccia) ma non sentiva di motivarlo troppo, di contribuire ad alimentare illusioni che avrebbero significato solo frustrazione e perdite di tempo.

Dal canto suo Mezzala si accorse in tempo che il calcio giocato non avrebbe mai potuto diventare qualcosa di significativo nella sua vita. Con l’obiettivo di rafforzare definitivamente questa consapevolezza suo padre gli regalò una meravigliosa Fender Telecaster custom.
Michele iniziò quasi subito ad usarla per comporre canzoni. Le sue canzoni.

Ecco cosa racconta Mezzala a proposito della gestazione de “Il problema di girarsi”:
“Ormai da qualche anno covavo l’idea di realizzare un disco solista. Per una ragione o per l’altra e anche senza ragioni ho sempre rimandato la cosa fino a quando non mi sono deciso e mi sono buttato anima e corpo nel progetto.
Può sembrar strano ma ho dovuto armarmi di una discreta dose di coraggio.
Da parecchio tempo faccio parte di band come unico autore; in tale frangente mi sono sempre sentito protetto dai miei compari, situazione gradevole che racchiude d’altro canto alcune controindicazioni. Spesso infatti ho perso lucidità, mi sono sentito come anestetizzato e ho evitato di prendermi responsabilità quando avrei dovuto mettermi a nudo esponendomi fino in fondo.
Poi a un certo punto ho sentito che fosse finalmente giunto il momento di fare tutto ciò, con una formula nuova, con un nome nuovo, con nuove motivazioni. A prescindere da come verrà recepito sono convinto che “Il problema di girarsi” darà linfa vitale non solo alla mia carriera solista futura ma anche alle prossime esperienze dei Numero6, mai tanto in forma come in questo momento.”

“Scrivo canzoni di continuo. Farlo per me è una sorta di terapia interiore. La maggior parte sono cose brutte e inutili; in media su dieci idee soltanto una si merita di essere approfondita, prodotta, completata.
D’altra parte sono fermamente convinto che il talento vada stimolato di continuo. Non mi piace e non mi posso permettere di sedermi sul bordo di una piscina con un mojito in mano aspettando che arrivino devastanti folgorazioni creative chissà da dove.
Per me scrivere e suonare è un lavoro, spesso duro e impegnativo. Contrariamente a quanto pensa la maggior parte della gente comune per arrivare ad avere un disco finito in mano si sputa sangue.”

“Senza aver pianificato qualcosa di veramente definito. mi sono trovato con una ventina di canzoni in mano. Ho portato in studio il materiale e il tutto ha preso forma anche grazie allo splendido lavoro di Mattia Cominotto, che oltre a registrare e a missare, si è occupato insieme a me della produzione artistica.
Volutamente non ho cercato di dare troppa organicità e coerenza alla scaletta dell’album. Semplicemente sentivo di avere alcune cose da dire e di volerlo fare in modo spontaneo, senza troppi calcoli, senza fronzoli, cercando di scrivere, arrangiare e produrre canzoni il più possibile dirette. L’obiettivo principale era di spogliare la mia scrittura da asperità a volte gratuite e autocompiaciute, da strutture cervellotiche, da ermetismi forzati.”

“Ho fatto tutto ciò senza volermi snaturare ma cercando di far tesoro delle critiche costruttive che ho ricevuto negli ultimi anni in mezzo, per fortuna, a tanti elogi.
D’altra parte mettere in piedi un progetto solista con la stessa cifra stilistica dei Numero6 non avrebbe avuto molto senso. Mezzala per me significa rimettersi in gioco davvero.”

“Il problema di girarsi” esce anche nella versione deluxe a tiratura limitata con vinile 7 pollici che contienente il brano “Che fine faremo” e  la bonus track “Ortica” sul lato b.
Mezzala sarà in tour nei club di tutta Italia a partire dalla metà di novembre 2011.